Powered By Blogger

giovedì 8 settembre 2011

L'ULTIMA VERGOGNA: Una centrale a biomasse vicino ai vigneti “docg”

Buongiorno Irpinia del 08/09/2011


La querelle sulla possibile installazione di due centrali a biomasse nel territorio di Bonito va avanti ormai da mesi. Il progetto presentato al Comune dalla Fabric Energy s.c.a.r.l. di Pomigliano D’Arco prevede la vendita, per un milione di euro, di 25mila metri quadri in zona Pip non urbanizzata e l’impegno a realizzare due cogeneratori a biomasse da 0.99 MW ciascuno, alimentati a olio di colza proveniente dalla Romania. L’energia prodotta - come ha già spiegato il responsabile Fabric Energy Vincenzo D’Amelio- dovrebbe alimentare le fabbriche che decideranno d’insediarsi nel Pip intercomunale Bonito-Mirabella. Molto probabilmente queste centrali non si faranno. “Questa centrale non s’ha da fare” recita un manifesto diffuso dal Comitato di tutela e salvaguardia del Territorio di Bonito. E non si farà, stando ai rumors fatti circolare in questi giorni, che indicano la ditta di Pomigliano sempre più lontana da Bonito e quindi non più interessata alla trattativa in corso. Se però si deciderà di portare avanti il progetto, saranno gli stessi cittadini ad esprimersi con un referendum. Al di là dell’impatto ambientale che simili impianti causerebbero al territorio e all’economia locale, volendo soprassedere sugli eventuali danni alla salute che la presenza di due centrali porterebbero ai residenti e non volendo sollevare alcun dubbio sul possibile cambio destinazione uso che l’azienda di Pomigliano potrebbe eseguire dopo l’acquisto del terreno, ci soffermeremo sull’area individuata per l’installazione delle mini-centrali: il Pip intercomunale Bonito-Mirabella. Come rileva il Comitato di tutela nella scheda di presentazio ne al convegno che si terrà questa sera a Bonito (vedi box a lato), “è opportuno almeno ricordare che tale area non solo non è ancora collaudata ma non è attualmente collaudabile, in quanto interessata da un movimento franoso”. Al momento, aggiungiamo, solo gli addetti ai lavori e pochi altri sanno che quest’area, attualmente dissestata, era stata individuata nella prima progettazione del Pip intercomunale Bonito Mirabella per l’insediamento del depuratore. In corso d’opera, invece, a causa del massimo ribasso (42%) nell’aggiudicazione dei lavori, il depuratore è stato stralciato, è saltato il centro servizi e sono state tagliate altre opere (leggi viadotto) utili a proteggere le zone soggette a movimenti franosi. Queste circostanze hanno quindi portato il capogruppo di minoranza di Bonito Giuseppe De Pasquale, già fortemente critico nei confronti del progetto biomasse, a dire che “non ha senso parlare di sviluppo sostenibile se ci siamo giocati lo sviluppo di Bonito nel Pip. Sulla frana, vengono fuori responsabilità a tutti i livelli e gravi negligenze. Nella relazione geologica allegata alla variante suppletiva del novembre 2008, si evidenzia una probabile criticità dovuta alla regimentazione delle falde acquifere e si avverte la necessità di eseguire idonei drenaggi che assicurino il rapido e corretto smaltimento delle acque. Ma nelle opere eseguite non vi è nulla di tutto questo, tanto che di questa necessaria regimentazione non vi è traccia nella variante. Si rasenta il comico con la relazione del direttore dei lavori del Pip, che addebita il movimento franoso che interessa alcuni lotti, all’improvviso quanto imprevedibile afflusso di acque nel Pip”. Sulla questione si è espresso anche il primo progettista del Pip, ing. Ugo Sorrentino. “Le criticità attuali del Pip – ha spiegato- dipendono dalla lungaggine dei lavori, dal ribasso così alto e dall’annacquamento dell’impresa consortile che sta creando due realtà disomogenee all’interno della stessa zona industriale”. Lo stesso, in qualità di capogruppo di minoranza nel Comune di Mirabella ha mostrato “viva preoccupazione per i rischi di tipo ambientale connessi all’attività della centrale con particolare riferimento alla zone circostanti, caratterizzate da alta densità abitativa e da destinazione agricola ad uliveti e vigneti”. Insomma, il Pip frana e, parafrasando Manzoni, le centrali sorgenti dalle acque hanno ancora poche speranze di elevarsi al cielo.

Nessun commento:

Posta un commento